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Demenze e declino cognitivo lieve: cause e possibili terapie

Dott.ssa Maria Bencivenga

Disturbi dell'anziano

Identificare precocemente il deterioramento cognitivo e distinguerlo dal normale invecchiamento, per poter mettere in atto tempestivamente interventi di riabilitazione, è diventata una sfida importante per i professionisti del settore

Cosa si intende per deterioramento cognitivo?

La demenza (o deterioramento cognitivo cronico-progressivo) è una condizione medica in cui il declino delle funzioni cognitive (memoria, linguaggio, attenzione, capacità di giudizio e pianificazione) va ad interferire con le attività della vita quotidiana. La demenza, sebbene possa insorgere a qualsiasi età, è principalmente una malattia della vecchiaia: la sua prevalenza aumenta con l’aumentare dell’età, causando spesso istituzionalizzazione degli anziani.

Quali sono le sue cause?

La demenza può essere causata da numerose condizioni: oltre alle malattie neurodegenerative (la più comune è la malattia di Alzheimer), è possibile individuare tra le cause traumi cranici, malattie infettive, malattie vascolari, ipossia (mancato apporto di ossigeno al cervello). Inoltre, possono provocare deterioramento cognitivo anche alcune malattie endocrine, neoplasie, l’uso prolungato di alcuni farmaci o l’etilismo.

Come funziona la diagnosi di demenza?

La demenza viene diagnosticata quando si rilevano compromissioni in molteplici ambiti, tanto gravi da causare compromissione nelle attività sociali e lavorative. La difficoltà che primariamente viene riscontrata, sia dal soggetto che dai familiari, riguarda problemi legati alla memoria a breve termine (ad esempio dimenticare conversazioni recenti) e nel linguaggio (difficoltà a trovare le parole).

Si riscontrano inoltre ansia, depressione, difficoltà con compiti della vita quotidiana (ad esempio ricordare di prendere delle medicine) e nell’orientamento spaziale (ad esempio guidare). La diagnosi di demenza avviene in più fasi. In primo luogo viene svolto un primo colloquio per raccogliere informazioni relative al peggioramento nel tempo delle abilità cognitive e se i disturbi rilevati interferiscano con la vita di tutti i giorni (ad esempio fare la spesa, pagare le bollette, guidare).

In questa fase è necessario intervistare anche i familiari del soggetto affinché confermino la presenza di tali difficoltà. Successivamente si procede con la somministrazione dei test neuropsicologici che vanno a valutare sia le abilità cognitive che il grado di autonomia del soggetto nella vita quotidiana. Infine, attraverso esami di laboratorio e per immagini (come la Risonanza Magnetica) si identificano le possibili cause curabili mediante specifiche terapie.

Il decadimento cognitivo lieve

Recentemente gli studi hanno individuato una condizione di “transizione” tra il normale invecchiamento e la demenza: il decadimento cognitivo lieve (mild cognitive impairment - MCI). Questa condizione può talvolta progredire in demenza soprattutto nella forma di Malattia di Alzheimer. La prevalenza dell’MCI aumenta con l’età, con un basso livello di scolarizzazione e con il sesso maschile. La diagnosi viene effettuata nei pazienti in cui si rileva un decadimento della prestazione in una o più funzioni cognitive, assenza di compromissioni nelle attività quotidiane e assenza di demenza.

È possibile prevenire l’MCI?

La prevenzione dell’MCI sembra essere l’azione migliore per prevenire il successivo insorgere della demenza. Si individuano tre tipi di interventi:

  • Intervento farmacologico
  • Attività fisica
  • Training cognitivo

Cosa può fare NeaMood nel campo delle demenze?

Presso la nostra associazione è possibile effettuare la valutazione e il trattamento di tali disturbi tipici dell’età adulta e della vecchiaia. Un’equipe specializzata si occuperà di fornire tutta la consulenza di cui il paziente avrà bisogno. Contattaci per saperne di più.

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