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I bambini e l’autostima: come crescere dei figli resilienti?

Dott.ssa Federica Caldirola

Educazione dei figli

Lo stile di vita a cui siamo chiamati, oramai porta a scontrarci nel quotidiano con sfide e difficoltà sempre più incalzanti. Nell’imprevedibilità di ciò che ci circonda non possiamo non considerare una fonte essenziale di benessere e di autoefficacia personale: l’autostima

Nel bambino la costruzione di una forte autostima consente di lavorare in anticipo sul suo futuro di resilienza. Con il termine resilienza si indica la capacità di fronteggiare situazioni problematiche e difficoltose come traumi o eventi stressanti, utilizzando e riorganizzando di volta in volta strategie sempre più efficaci per affrontarle.

Cos’è veramente l’autostima?

Ma che cos’è l’autostima? Il concetto di autostima è stato largamente rivisitato e ampliato, in quanto non è tuttora semplice circoscriverlo all’interno di un’unica definizione. Sicuramente rappresenta un elemento dinamico, in continua variazione, che si esprime attraverso una valutazione circa il valore del nostro sé e di come gli altri ci percepiscono. Infatti, ad alimentare la formazione dell’autostima non contribuiscono solo fattori interni a ciascun individuo ma anche i fattori extra-individuali, dati dalle continue interazioni con l’ambiente circostante.

Il processo graduale di sviluppo e aggiustamento dell’autostima si palesa in un confronto continuo tra il sé reale, ciò che realmente siamo, e il sé ideale esito del rapporto tra le nostre esperienze e aspettative. Il nostro bisogno di autostima quindi è fondamentale per sapere se stiamo funzionando come richiedono la nostra vita e il nostro benessere.

Trasferire l’autostima ai bambini

Nel bambino sono le esperienze e le situazioni in cui si incoraggia l’autonomia, la responsabilità e la fiducia nelle proprie capacità a risultare fondamentali per la creazione di maggiore consapevolezza del proprio sé.

Il pilastro fondante su cui costruire un’adeguata resilienza consiste nel trasferire ai figli capacità sempre più complesse di soddisfacimento dapprima dei bisogni più semplici e in seguito di stati emotivi e valori come il senso di speranza e fiducia della propria esistenza. Nelle famiglie in cui spesso ai bambini viene compromesso lo sviluppo di un pensiero critico e di un senso di consapevolezza dei propri punti di forza e di debolezza, sarà più probabile che la stima di sé venga danneggiata. Costruire una sana autostima diventa un compito di estrema importanza per i genitori, i quali spesso non si rendono conto di quanto questo sia un impegno costante e progressivo nel tempo.

Insegnare ai figli l’importanza di porsi degli obiettivi, che siano concordi con le proprie inclinazioni e potenzialità, risulta fondamentale per non farli scontrare con i desideri altrui o tantomeno con aspettative irrealistiche e fuorvianti. Un adeguato senso del proprio sé si forma attraverso un esame attento della realtà, fatta di sfide e di difficoltà ma anche di impegno e spirito di sacrificio.

Errori da non fare

L’incoraggiamento che si traduce in: “ho fiducia in te, puoi farcela perché ti stai impegnando tanto”, a differenza del continuo elogio consente di ricompensare l’impegno e i continui progressi del bambino per riuscire in quella attività. Il bambino invece abituato all’elogio, si riterrà soddisfatto solo dalla perfetta riuscita della performance subendo uno stato di frustrazione ogni qualvolta non riesca a raggiungere standard elevati. Infatti, il sapersi relazionare con gli errori fa parte di ogni percorso di crescita e il genitore che mette il figlio di fronte alle conseguenze delle proprie azioni, giuste o sbagliate che siano, lo sprona a riflettere su come potrebbe fare meglio le prossime volte.

Più si sbaglia, più si corrono rischi e più si ha la possibilità di aggiustare il tiro e di esplorare il nuovo con maggiore consapevolezza dei propri limiti. Nella relazione genitori-figli, la comunicazione e la sintonizzazione degli stati emotivi interni promuovono non solo la creazione di un clima di complicità e ascolto ma anche di supporto per far sì che il bambino si senta accolto nel prendere autonomamente decisioni nel presente e per il futuro. L’ascolto senza giudizio da parte del genitore, così come il condividere anche le proprie emozioni, risulta decisivo per il bambino affinché, prendendo esempio sappia riconoscerle, fronteggiarle e condividerle con gli altri nel corso delle sue giornate. Comprendere i motivi che portano il bambino a prendere determinate decisioni, aiuta il genitore a porre degli spunti di riflessione utili principalmente quando il piccolo vive degli insuccessi o delle emozioni spiacevoli.

Cosa può fare Neamood per i genitori?

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