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L'autostima e l'attenzione in bambini con DSA e ADHD

Dott.ssa Benedetta Viglietti

Disturbi dell'infanzia

Il “Disturbo da deficit di attenzione/iperattività” coinvolge e compromette numerose tappe dello sviluppo, esprimendosi con sintomi che interferiscono sul funzionamento familiare, relazionale e scolastico dei bambini e che si manifestano attraverso vissuti di inadeguatezza, comparsa di stati d’ansia e debole autostima.

In letteratura è stato dimostrato che i bambini e i ragazzi con ADHD presentano un’autostima più bassa rispetto al campione normativo di riferimento (Edbom et al., 2006). Una bassa autostima per gli ADHD si traduce in una serie di rischi che possono comportare un peggioramento delle prestazioni scolastiche, a una cronicizzazione di toni dell’umore negativi, fino all’assunzione di condotte a rischio e a frequentazioni amicali devianti.

La ricerca degli ultimi anni, inoltre, ha mostrato che, non solo gli ADHD, ma anche i bambini con Disturbo Specifico dell’Apprendimento sviluppano spesso una cattiva immagine di sé, perdono fiducia nelle loro possibilità di miglioramento, credono che non ci siano soluzioni ai loro problemi a causa delle loro difficoltà scolastiche. Critiche specialmente le difficoltà legate alla lettura e per questo, tali bambini manifestano problemi di motivazione scolastica, bassa autoefficacia e bassa autostima (Celi, 2015). In particolar modo, il solo ricevere la diagnosi di Disturbo Specifico dell’Apprendimento può avere un impatto negativo sull’autostima, amplificare le emozioni e causare problemi comportamentali (Carroll & Iles, 2006).

Deficit attentivi

La neuroscienza ha identificato, inoltre, anomalie funzionali e ridotto volume del cervello nella corteccia frontale come meccanismo patologico dell’ADHD (Barkley, 2006), area responsabile del controllo cognitivo che permette di guidare l’attenzione verso obiettivi significativi. I sintomi di disattenzione si configurano quindi in una difficoltà a mantenere l’attenzione e a lavorare continuativamente su uno stesso compito per lo stesso periodo di tempo dei coetanei. (Capodieci & Cornoldi, 2013). In più, la letteratura afferma che vi sia un collegamento tra i circuiti del sistema attentivo e l’apprendimento. Reynols e collaboratori (2016) suggeriscono, infatti, che l’attenzione selettiva e sostenuta, giochino un ruolo fondamentale nello sviluppo della memoria e dell’apprendimento e che, quindi alla base del Disturbo Specifico dell’Apprendimento vi sia un deficit attentivo. Posner e collaboratori, (2012) evidenziano, in più, che un sistema attentivo-esecutivo debole può controllare meno l’emotività inducendo blocchi di memoria, incertezze, sensi di insicurezza ed inadeguatezza che possono penalizzare la vita scolastica del soggetto incidendo negativamente sulla sua autostima (Posner et al., 2012).

Uno studio sull'autostima

Per queste motivazioni, ho condotto uno studio in cui il primo obiettivo è stato quello di indagare gli aspetti multidimensionali dell’autostima, in un gruppo di bambini ADHD e bambini DSA ed il secondo obiettivo è stato quello di indagare una possibile correlazione tra le prestazioni di attenzione selettiva e sostenuta, e le diverse aree di autostima, nei soggetti ADHD e DSA.

Risultati

I risultati ottenuti mostrano prestazioni al di sotto della media, nel test di attenzione selettiva e sostenuta, nei bambini DSA e dei bambini ADHD. Sorprendentemente, nella comparazione tra le medie dei due gruppi, è stata rilevata una prestazione migliore del gruppo ADHD rispetto al gruppo DSA, nel livello di accuratezza dell’attenzione sostenuta. Il fatto che gli ADHD abbiano avuto prestazioni migliori nel compito di attenzione, potrebbe essere legato al fatto che il trattamento per gli ADHD è mirato al potenziamento dell’attenzione, differentemente dai bambini DSA, in cui il trattamento è mirato al potenziamento specifico per gli apprendimenti, nonostante si registri un deficit attentivo. Ragion per cui risulta necessario effettuare training di potenziamento del sistema esecutivo attentivo per i soggetti con diagnosi di Disturbo Specifico dell’Apprendimento, quando la performance, nei compiti attentivi, risulta deficitaria.

Per quel che concerne il “test della valutazione multidimensionale dell’autostima”, in questo studio, non sono stati rilevati livelli bassi di autostima. Tutti i soggetti, indipendentemente dal disturbo e dal genere, si collocano nella media della popolazione di riferimento. Un dato sorprendente, poiché, questi bambini non mostrano disagio in nessuno dei contesti di vita indagato, neppure in quello scolastico, in cui erano attesi livelli più bassi di autostima, prevedibilmente causati dalle difficoltà di attenzione e di apprendimento. Risulta sempre fondamentale valutare le esperienze vissute, il contesto ambientale e familiare, che hanno un’influenza sul bambino e che costituiscono parte integrante di un’osservazione e di una diagnosi clinica.

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