news / Diagnosi e valutazione dei DSA, dall' adolescenza all'età adulta
torna alle newsDiagnosi e valutazione dei DSA, dall' adolescenza all'età adulta
NeaMood
COSA DICE LA RICERCA
In Italia le ricerche longitudinali che hanno affrontato l’evoluzione dei Disturbi dell’Apprendimento nella tarda adolescenza e nell’età adulta hanno evidenziato:
- la persistenza del substrato neurobiologico di tali caratteristiche per l’intero arco evolutivo
- il permanere, anche in presenza di sufficienti gradi di compensazione, delle difficoltà sottostanti che, sarebbero sempre individuabili, attraverso l’utilizzo di adeguati strumenti di valutazione.
ESPRESSIVITA' DEL DISTURBO NELL'APPRENDIMENTO
Ma, come si presenta uno studente che è giunto ai gradi di istruzione superiore (Scuola Secondaria di secondo grado ed Università) senza aver ricevuto affatto una diagnosi o, avendola ricevuta molto tardi nel suo percorso di vita scolastico e personale?
Mentre il “prototipo” del bambino con difficoltà o Disturbo Specifico dell'Apprendimento, nella scuola primaria, sembra essersi culturalmente affermato, resta ancora complessa, poco chiara e, mal affrontata l’espressività del disturbo in tarda adolescenza e nell'età adulta.
Ad esempio, uno studente della scuola superiore di secondo grado, con Disturbo Specifico dell’Apprendimento, pur avendo presentato, durante gli anni della prima scolarizzazione, bassa velocità e scarsa accuratezza nella lettura, probabilmente, in adolescenza o tarda adolescenza, avrà compensato tale difficoltà riuscendo a leggere, in maniera più fluente e con meno errori.
Tuttavia, all’evoluzione delle strumentalità di base, è possibile, non sia corrisposta pari evoluzione dei processi che sottostanno a tali abilità potrebbe essere presente:
lentezza procedurale, tendenza alla procrastinazione degli impegni, difficoltà nel pianificare i tempi ed i contenuti da studiare e/o di stimare i tempi necessari all’esecuzione delle richieste, fatica nel mantenere adeguati livelli di attenzione, coerenti, con la complessità dei contenuti dell’alto grado di scolarità frequentato.
Lo studente, così, potrà faticare nel recuperare le risorse attentive necessarie ad iniziare a studiare, potrà mostrarsi più lento nello svolgimento di un compito, avere una parziale difficoltà nella comprensione di testi complessi, potrà non acquisire o acquisire con difficoltà il lessico specifico di alcune discipline, avere difficoltà nel prendere appunti, avere difficoltà nel recuperare, organizzare collegare concetti ed informazioni nel “qui ed ora”.
Per questo, nei gradi di istruzione più avanzati (dalla scuola superiore di II grado all’università), la valutazione neuropsicologica funzionale, sarà fondamentale per fornire informazioni:
- sul livello di sviluppo raggiunto nella gestione delle abilità strumentali
- sul grado di compenso raggiunto
- sul perchè sarà necessario continuare ad usufruire degli strumenti compensativi più adatti al profilo funzionale emerso.